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Le proprietà salutari delle acque minerali di San Martino erano note alle popolazioni locali già in epoca nuragica.
I primi documenti ufficiali sono, però, inevitabilmente di molto successivi rispetto ad un’epoca tanto remota e rivelano che gli antichi romani, residenti nell’importante centro costiero di Turris Libissonis, oggi Porto Torres, effettuavano trasferimenti periodici per le cure termali fino alle fonti ubicate nel territorio dell’attuale comune di Codrongianos.
Tali erano i benefici prodotti dalle acque di San Martino da indurre questi civilissimi coloni a realizzare un acquedotto, lungo circa 35 chilometri, per convogliare le preziose acque direttamente nella loro città, dove sono ancora visibili i resti delle antiche terme.
Gli archivi storici rivelano che nel 1776 i Savoia commissionarono le prime analisi delle acque di San Martino per scoprire su quali elementi si fondasse tanta salubrità.
Nel corso del XIX° secolo la fama della fonte si propagò in modo sensibile grazie a testimonianze eccellenti, su tutte quella di Alberto Lamarmora, e tra alterne vicende iniziò di fatto lo sfruttamento della fonte a scopo commerciale.
In un primo momento ad opera di privati e successivamente da parte della Provincia di Sassari.
Ai primi del novecento si fa risalire il primo imbottigliamento delle ormai famose e rinomate acque che ottennero in tutta Europa le più importanti onorificenze dell’epoca.
Successi che diedero un impulso fondamentale alla produzione industriale e posero le basi per lo sviluppo successivo dell’attività che, pur tra mille difficoltà, ha proseguito il suo cammino fino ad oggi, con prospettive sempre più rosee.